Le testimonianze
della guerra
Io- Qando è iniziata la guerra, come ti sei sentita?
Zia- Era l’8 settembre 1943, festa della madonna delle grazie,
ed io con la mia famiglia mi trovavo in chiesa. In quel momento arrivò la
notizia dell’armistizio e in un primo momento eravamo sbalorditi e quasi
felici perché mia madre, più realista, disse: “La guerra non è finita!”. Aveva ragione,
perché dopo un’ora, il paese fu occupato dalle forze tedesche e cominciò la
paura.
Io- Avevate una tessera per il cibo?
Zia- All’ inizio no, perché ogni famiglia aveva una provvista
nella dispensa e così anche noi finché una cannonata colpì proprio il luogo in
cui mio padre aveva nascosto vino, olio, grano, tutto ciò che poteva servire
alla famiglia.
Tutto il paese fu colpito dalle cannonate e anche le fontane,quindi
era difficile rifornirsi d’acqua ma anche di viveri. Dopo due mesi non c’era
più niente da mangiare, e in più i tedeschi ci portarono via su un camion al
freddo e come Dio volle ci trovammo a Roma. Lì cominciò un’altra storia, per
mangiare dovevamo avere una tessera, quindi il cibo era razionato.
Io- Ti è morto qualcuno in famiglia?
Zia- Si, il fratello di mia nonna, il mio prozio per uno
scoppio di una mina.
Io- Hai assistito ai bombardamenti di monte Cassino?
Zia- No, perché ero
sfollata a Roma, però a quelli di Cassino sì: ogni giorno alle tre, come un
appuntamento, arrivavano stormi d’acciaio e distruggevano tutto tra cui la mia
casa, rasa al suolo